LA FEDE E IL FINE DELLA STORIA

LA FEDE E IL FINE DELLA STORIA

LA FEDE E IL FINE DELLA STORIA 465 527 Vincenzo Leonardo Manuli

Domenica 13 novembre 2022 – XXXIII TEMPO ORDINARIO (Lc 21, 5-19)

«La vita non è uno scherzo, la libertà non è un gioco, e la fede non è un inutile monile».  (Card. Angelo Comastri)

Violenze, ingiustizie, catastrofi, terremoti, guerre, divisioni; è la fine del mondo? Devono accadere queste cose, dice Gesù, non solo, i discepoli, i testimoni del vangelo saranno perseguitati, anche all’interno delle comunità, saranno presi per pazzi, ridicolizzati, messi da parte. Ci saranno divisioni anche nel campo cristiano e religioso e nelle famiglie. Chi attende il fine della storia? Chi attende la venuta gloriosa di Cristo? Chi nelle tribolazioni rimarrà fedele al vangelo? 

LA FEDE E IL FINE DELLA STORIA

I segni dei tempi

Questo slogan dei segni tempi, è così attuale che chiede al credente il riconoscere la presenza di Dio nella storia, l’avvento del suo regno, (il regno di Dio non è un luogo ma una condizione, un modo di essere), ma per Dio il tempo ha meno importanza, importante è la nostra salvezza, cioè considerare la sua pazienza come misericordia verso di noi. La storia umana si svolge tra l’ingiustizia e la speranza, verrà il giorno del giusto che si appoggia a Dio, a favore della parola di Gesù, in un mondo ancora non pienamente redento, tuttavia a chi rimarrà fedele, non sarà tolto nemmeno un capello del suo capoCosa fare durante l’attesa?

Perseveranza

È necessario vivere il presente, l’oggi salvifico di Dioil tempo della grazia che assume la nostra pesante miseria per sollevarci con la salvezza, perchè la fede impegna, una missione, mentre si attende il suo ritorno e il suo giudizio. Ora guardiamo nella fede a questo amore trafitto e vincitore, che continua a dirci, nel nostro oggi, la grandezza, la fedeltà, la tenerezza dell’amore del Dio di Gesù Cristo e nostro Dio. “Sarebbe una grande e grave illusione voler improvvisare la «perseveranza» cui il Signore ci invita per non essere ingannati, essa esige un lento e accurato cammino di preparazione che richiede una grande applicazione a «lavorare» su di sé per conoscersi e darsi” (M. D. Semeraro). 

Lavorare e impegnarsi

La vita la scriviamo giorno dopo giorno, è un cantiere aperto, quella capacità di tenere fisso lo sguardo sul regno di Dio, al di là delle vicende liete e tristi che la nostra storia sta attraversando, la guerra che non sembra cessare, altre tragedie e violenze che si consumano nel mondo. Occorre alzare lo sguardo con fiducia al cielo e credere che il Padre ha cura di tutte le sue creature. Gesù invita a vigilare e ad essere responsabili, a partire dal presente, e ogni motivo sarà il kairòs per rendere testimonianza e di scoprire la presenza dello Spirito che agisce nei cuori.

La fede luce del futuro 

Se vuoi essere cristiano sul serio la strada è in salita, e la verità è che per capire Gesù bisogna seguirlo fin nell’esperienza della Croce. Gesù invita quindi a vivere sin d’ora tutto ciò che fa crescere il regno di Dio, e questo è presente quando si instaura una relazione con Gesù, secondo quanto egli ha vissuto: “io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere”. Sin d’ora il regno cresce in ogni scelta e solo accettando questa strettoia si può anche accedere al Regno vero. “Si continua ad aspettare una manifestazione grandiosa con potenza incredibile, quando invece il regno di Dio non risponde alla logica mondana, “non viene in modo da attirare l’attenzione”: richiede la fede che sa riconoscerlo già presente proprio nella persona di Gesù. È nella vicenda umana di Gesù che il regno è inaugurato, è già presente tra di noi. Egli incarna visibilmente il modo di regnare di Dio che si afferma non con la potenza violenta o seducente del mondo ma con la fedele salvezza dell’amore” (Monastero di Bose).

CHI CREDE IN DIO VINCE

  • Che cosa conta davanti a Dio? 
  • I segni dei tempi, riconosco nella storia l’oggi di Dio? 

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

2 commenti
  • Qualcuno un po’ di tempo fa mi ha detto:

    “Ogni giorno meditiamo, pensiamo, amiamo e la Parola di Dio è lampada e luce di questi passi”

    Dovremmo ricordarcene un po’ di più, a volte lo dimentichiamo 😉

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