Si deve saper stare sul Tabor, per imparare a stare nella valle della ferialità.
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Il corpo è comunicazione, un linguaggio, simbolico e metaforico, la cui cura del corpo a volte può sfociare nella violenza,
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Periferie fisiche ed esistenziali
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La cicatrice può essere un fiore o può essere una spina, oppure un tutt’uno, guardarle, curarle, custodirle, bagnarle con le lacrime, cospargerle di baci, significa attraversarle, tentare di rialzarsi e ricominciare.
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Il mio nuovo libro “Mi chiamo don Peppe Diana, un prete fatto popolo”, edito dalla Pellegrini (Cosenza) nel trentesimo anniversario della sua morte
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La parola di speranza di questa prima domenica di quaresima, è la buona notizia che nelle tempeste e nei deserti della vita, Gesù è la nostra forza.
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La prima cura è l’attenzione verso chi soffre
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Voglio essere guarito Signore dall’indifferenza e dall’individualismo.
Voglio riconoscere l’altro che soffre.
Voglio tendere la mano, interessarmi delle solitudini dell’umanità.
Voglio il coraggio di gridare aiuto e di dare aiuto.
Voglio guarire dalla mia lebbra.
Voglio Signore, uscire dalla fortezza e uscire per condividere il grido di ogni sofferente.
Voglio gridare assieme al lebbroso, Signore, se vuoi puoi guarirmi.
Il Senso dell’Eucaristia sui nostri altari e nelle nostre chiese, per passare dal rito alla vita.
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La giornata tipo di Cafarnao di Gesù, al centro la cura verso il prossimo, e la preghiera, azione e contemplazione, e un dettaglio da non trascurare: fugge oggi trionfalismo, è venuto per servire e non per farsi servire.
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