HO CHIESTO AIUTO. DOMENICA 11 FEBBRAIO 2024 

HO CHIESTO AIUTO. DOMENICA 11 FEBBRAIO 2024 

HO CHIESTO AIUTO. DOMENICA 11 FEBBRAIO 2024  1600 1253 Vincenzo Leonardo Manuli

Ho spesso fatto fatica a commentare questa pagina del vangelo del lebbroso, al di là di ogni moralismo, di giudizi avventati, di interpretazioni spiritualistiche, è molto attualissima, ed entrando in empatia, immagino la condizione di esclusione sociale e religiosa in cui viveva il lebbroso: lo scarto degli scarti, il rifiuto di tutti.

La mia fatica? Oggi la lebbra è stata debellata, ma ci sono altri tipi di lebbra, davanti ad uomo o ad una donna sfigurati, quale sarebbe stata la nostra reazione?

Avete mai sperimentato situazioni di malattia o di esclusione che portano a gridare aiuto? Oppure abbiamo ascoltano qualcuno bisognoso che grida aiuto e per paura o codardia di essere contagiati o compromessi, abbiamo scelto di voltare la faccia dall’altra parte? 

“Siamo una società che continua a produrre lebbrosi e, molto spesso, i sacerdoti che decretano l’impurità degli altri sono quelli che sulla piazza proclamano accoglienza e parità” (g. p.).

Penso che occorre coraggio chiedere aiuto: mi ascolteranno? Ci sarà qualcuno disposto a prendere sul serio il grido del lebbroso?

“Quando mi chiedono qual è la cosa più coraggiosa che abbia fatto nella mia vita, rispondo senza esitazione: quando ho chiesto aiuto. Credo che l’atto di coraggio più grande che ciascuno di noi può fare è chiedere aiuto quando ne abbiamo davvero bisogno” (f. f.).

Non solo occorre coraggio per capire il bisogno di chi chiede aiuto, è necessario ascoltarlo, prendersi cura, avere com-passione, la migliore medicina.

Il lebbroso di questo vangelo mi piace, perché va di corsa incontro a Gesù e gli dice: se vuoi io so che puoi guarirmi, e la parola più bella che sa dire è lo voglio, guarisci!

Meraviglioso Dio, meraviglioso l’uomo che ascolta il grido dell’uomo.

Se l’uomo non coglie il grido del lebbroso, la lebbra non è in chi è malato, e se nessuno lo ascolterà, Dio è rifugio e libera dall’angoscia.

Voglio essere guarito Signore dall’indifferenza e dall’individualismo. Voglio riconoscere l’altro che soffre. Voglio tendere la mano, interessarmi delle solitudini dell’umanità. Voglio il coraggio di gridare aiuto e di dare aiuto. Voglio guarire dalla mia lebbra. Voglio Signore, uscire dalla fortezza e uscire per condividere il grido di ogni sofferente. Voglio gridare assieme al lebbroso, Signore, se vuoi puoi guarirmi.

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