LA MESSA SUL MONDO

Penso che non capiremo mai l’Eucaristia, direbbe il Santo Curato d’Ars, moriremmo d’amore, il Sacramento dei Sacramenti, e solo in Cielo, se ci sarà concesso, potremmo capire il mistero eucaristico. Cosa ne abbiamo fatto dell’Eucaristia? Della Messa? 

Ricordo ad un corso di esercizi spirituali, per la precisione, il mese ignaziano, a cui partecipai nell’estate del 2006 a Bologna nella Casa dei gesuiti, l’accompagnatore ci disse che “sull’altare, al posto del corporale dovremmo mettere i fogli dei giornali”, per offrire insieme alla Vittima, all’Agnello, tutto quello che accade nel mondo. 

Quando tutti celebriamo la Messa, in quanto battezzati, colui che presiede, il prete, il vescovo o il papa, celebrano insieme alla comunità dei fedeli e in qualsiasi posto si trovano, si è inseriti nel Corpo mistico di Cristo, anche nella più sperduta e periferica città, anche se si è in pochi.

Il titolo di questa breve riflessione è il prestito del titolo di un libro, di un teologo e paleontologo, il gesuita Pierre Teilhard de Chardin, La Messa sul mondo (Inno all’Universo, Queriniana, 2022), una serie di riflessioni, tanto che mi hanno attirato i suoi pensieri, un pensiero complesso; egli è stato il teologo dell’evoluzione che ha un Punto Omega, Cristo. 

Teilhard durante una delle sue tante spedizioni scientifiche, si trovò nell’impossibilità di celebrare la Messa, la sua fede nel mistero eucaristico, lo portò a meditare sull’irradiazione della Presenza eucaristica nell’Universo, un testo scritto nel deserto di Ordos in Cina nel 1923..

Quali altri significati potrebbero avere i fogli dei giornali che in un certo senso addobbano l’altare? Le tante parole, le chiacchiere, le false notizie, la cronaca quotidiana, l’informazione, i diversi punti di vista. 

Teilhard, a proposito delle sue meditazioni, al di là del rito, esortava ad elevarsi al di sopra dei simboli: «Ti offrirò, io, Tuo sacerdote, sull’altare della terra totale, il lavoro e la pena del Mondo. Ancora: «Ricevi, o Signore, questa ostia totale che la creazione, mossa dalla Tua attrazione, presenta a te nell’alba nuova».

L’Eucaristia, rimane il sacramento incompreso e incompiuto, forse fermo alla ritualità, al distacco tra fede e vita, alla mancata inculturazione della fede eucaristica, un’opera e un esercizio che non deve esimere ogni cristiano in cui va divinizzato ogni atto umano, perché il divino si umanizzi, una offerta che transustanzial’esistenza ad immagine e somiglianza di Cristo, il Figlio Amato che ha dato la vita per la salvezza dell’umanità.

I giornali attorno all’altare o come corporale, non sono un segno accessorio e nemmeno un segno per rendere più comprensibile l’Eucaristia, ma il senso e il significato che ci rende partecipi dell’opera di Redenzione compiuta da Cristo.