Dio ha tanto amato il mondo (Gv 3,14-21)

Dio ha tanto amato il mondo (Gv 3,14-21)

Dio ha tanto amato il mondo (Gv 3,14-21) 1600 1203 Vincenzo Leonardo Manuli

Quarta Domenica di Quaresima

Domenica 14 marzo 2021

Il deserto delle tentazioni, la trasfigurazione, la purificazione del Tempio e l’incontro di notte con Nicodemo, sono i passi di queste prime quattro domeniche, in questo tempo particolare, tra pandemia, vaccini, morti, difficoltà nel lavoro, e l’impegno di tanti per evitare il peggioramento della situazione; tutti non vediamo l’ora di un’alba nuova, di ricominciare tutto daccapo, come se fosse stato solo un bruttissimo sogno.

La notizia gioiosa è che Dio ci ama, un amore preveniente, senza imporsi, e rischia fino al rifiuto: “Ha tanto amato …

Penso e ripenso a questo dialogo notturno, ai dubbi di Nicodemo, alla sua paura, un uomo aperto, in ricerca, che si mette in discussione, in cammino, che non esita di rivolgersi a Gesù, che si opporrà alla sua crocifissione dove si prenderà cura del corpo crocifisso. Gesù discute con lui della rinascita dall’alto. Nonostante Nicodemo è un uomo noto, il capo dei farisei, dottore della legge, esperto delle Scritture, un maestro, che ha fatto un percorso di vita, è catechista, è parroco, nella notte si avvicina a Gesù, e non legge “il piano salvifico di Dio”. Un dialogo breve, un confronto tra maestri, del quale uno è speciale e parla dell’essenziale: “Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio”. Per entrare in questa novità di vita, bisogna rinascere dall’alto, nello Spirito, una visione profonda, che appartiene solo a chi ha fede in Gesù, una visione ispirata dallo sguardo di Dio sulla vicenda di Gesù: “Dovete nascere dall’alto: io vivo delle mie sorgenti, ed ho sorgenti di cielo da ritrovare. Allora potrò finalmente nascere a una vita più alta e più grande, e guardare l’esistenza da una prospettiva nuova, da un pertugio aperto nel cielo, per vedere cosa è effimero e cosa invece è eterno. Quello che nasce dallo Spirito è Spirito. E la notte si illumina. Chi è nato dallo Spirito non solo ha lo Spirito ma è Spirito. Non solo è tempio dello Spirito, ma è della stessa sostanza dello Spirito” (Ermes Ronchi). 

Questa pandemia da corona virus ci sta insegnando qualcosa nella nostra fragile esistenza? Distanze, divieti di abbracci, no ad assembramenti, ma non sarà sempre così! Rinasceremo nuovamente? Come viviamo la fede cristiana? Cosa significa rinascere dall’alto? E’ necessario accogliere il dono dello Spirito, cambiare il nostro modo di vedere le cose e riscoprire il vero volto di Dio. Con pazienzasperanza, impareremo tanto da questo momento, se abbiamo fiducia e siamo umili, anche se spesso vediamo prevalere cattiveria, vendette, rancori, mediocrità che segnano passi indietro invece in avanti, e un cambiamento non può avvenire se non c’è una purificazione del cuore.

Ci sono incontri decisivi che cambiano la vita, per Nicodemo, nella notte, è un’esperienza che lo segna, per questo Gesù dice anche: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo”, ossia lo avrete materialmente messo in croce, “allora conoscerete che Io Sono” che io sono come Dio. Ci sono modi e modi di leggere la croce, non è la parola ultima e definitiva di Dio e Giovanni ha una visione gloriosa, l’ora della passione è l’ora dell’epifania dell’amore, trionfante, lui che è stato testimone, ai piedi della croce con Maria, la Madre di Gesù, di fronte a quel supplizio vergognoso, legge in modo altro. 

Gesù rivela “le cose del cielo” di cui aveva parlato a Nicodemo, esprimendo la necessitas dell’innalzamento del Figlio dell’uomo, “affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia la vita per sempre”, un innalzamento del Figlio unico di Dio, donato da Dio al mondo proprio a causa del suo amore per il mondo, ossia per tutta l’umanità. Dio è colui che ama, Dio è colui che dona il suo Figlio unico, Dio è colui che lo innalza. In queste azioni di Dio è raccontato il suo amore: dunque la discesa dal cielo, l’incarnazione in una vita umana, la passione culminante nel innalzamento sulla croce sono la manifestazione dell’amore di Dio per l’umanità. 

È più difficile essere amati che amare, è una grande responsabilità, tagliarsi fuori dalla salvezza  e dell’amore offerto, è possibile rifiutare la luce, perché l’amore di Dio raggiunge la nostra libertà, a noi il compito di accoglierla o respingerla.

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

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