Guardate il chicco di grano!

Guardate il chicco di grano!

Guardate il chicco di grano! 860 1024 Vincenzo Leonardo Manuli

Domenica 21 marzo 2021

(Gv 12,20-33)

Guardate il chicco di grano!

Il sole trionfa sulla notte, il bene vince il male, l’amore è più forte dell’amore, in tutto questo circolo c’è una coerenza nell’amore, una logica, dove non può esserci una nuova vita, se prima non c’è un marcire, non c’è l’inedito se prima non avviene il passaggio dell’essere tritati e torchiati per un vino buono e un olio nuovo. L’amore ha una logica, anche la vita, la piccola goccia che perfora la roccia, la foglia che spunta dal ramo, il neonato che si affaccia dall’utero della madre per una nuova vita, un fiore che spunta dalla feritoia di un muro.

“Vogliamo vedere Gesù ..”, è la richiesta di alcuni, un desidero profondo di infinito, di cercare l’infinito, incontrare il volto del Signore, ed egli ci rinvia alla vita, al sapore della vita, al processo naturale del chicco di grano, dove c’è una lezione cruciale. La vita ha un fascino di mistero, segue un ordine, una coerenza, una logica, che Gesù rispetta, non sovverte la natura, la sua stessa missione, ed egli deve passare attraverso la passione e morte per risorgere. 

Guardate il chicco di grano come matura! Occorre imparare a guardare dentro le cose, dentro se stessi, non fuori, altrimenti non si matura mai, si rimane piccoli, in superficie. C’è una lotta, anche dentro il cuore, e per far nascere una nuova vita bisogna morire, abbandonare l’uomo vecchio per diventare uomini e donne nuovi. Anche l’uomo rispetta questa sequenza, perché è nella sua stessa natura, lo stesso avviene nella vita spirituale, e se non si scende in profondità, a scoprire il male del quale si è abitati, non si fa esperienza dell’amore. Il morire ha una necessità, per la fecondità, per produrre frutto, come la vita di Gesù, una morte per la salvezza di tutti.

Mi piace l’idea della quaresima come viaggio santo verso la Pasqua e l’importanza di questo tempo benedetto è il kairòsper riscoprire il dono battesimale delle tre virtù: la fede, la speranza e la carità. Esse guidano la vita cristiana, solo se ci si lascia immergere nell’oceano delle trame quotidiane guidati dalla Parola di Dio. Tuttavia non dobbiamo evitare di contemplare che nel chicco di grano è riassunta la croce: “la Croce non ci fu data per capirla ma per aggrapparci ad essa” (Bonhoeffer). 

Per entrare nella grazia di Dio, prima bisogna morire al peccato, per rinascere a nuova vita, quella che viene dallo Spirito, un dono dall’alto, del Risorto. È difficile la morte dell’io, che deve marcire nella terra per produrre frutto di accoglienza, di relazioni nuove, di fraternità. La buona notizia di questa domenica è che non c’è vero incontro con Cristo, con la logica dell’amore, se prima non si conosce la dinamica di una nuova esistenza, di cadere a terra, di marcire nella sofferenza, nella solitudine e nel nascondimento. 

Gesù parla del chicco di grano e vede se stesso, il dono della vita, la grandezza di questo amore, un invito a guardare nonostante l’abbandono, il rinnegamento dei discepoli, le accuse di blasfemia nei confronti della legge, di ribellione alle autorità civili, egli supera ogni ostilità, consapevole che la sofferenza e la sua morte non saranno un fallimento, ma dopo, risorgerà per poter ridare ai suoi discepoli una nuova vita nello Spirito.

Il “chicco di grano”, che dovrà marcire per produrre frutto, spiega il paradosso della croce, dove il Cristo sarà offeso, insultato, denudato, inchiodato al patibolo, ma  diverrà l’ora della gloria. La strada di Gesù sarà quella di ogni discepolo, egli ha tracciato una volta per tutti l’itinerario Christi. ma se vuoi che il chicco produca frutto, devi inginocchiarti, abbassarti, lasciarti cadere nella terra nuda, umida e accogliente, senza far violenza e senza trattenersi, perché Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà (cf. Lc 9,22-25).

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

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