Gesù passa

Gesù passa

Gesù passa 2532 1170 Vincenzo Leonardo Manuli

XXX Domenica del tempo ordinario

24 ottobre 2021

(Mc 10, 46-52)

Il mendicante

Gesù libera dalla cecità Bartimeo, questa guarigione avviene subito la richiesta di Giacomo Giovanni che chiedono posti di onore suscita rivalità e divisione tra i discepoli. Gesù sta attraversando Gerico (la condizione più bassa), e di fronte all’inopportuna richiesta dei discepoli che sono ciechi, ecco l’episodio del cieco figlio di TimeoBartimeo. L’evangelista intende dimostrare che “l’ambizione per i primi posti rende ciechi e sordi al messaggio di Gesù” (A. Maggi), la ricerca degli onori acceca, è una miserevole gratificazione che rende mendicanti del potere e dei potenti, e impedisce l’accoglienza del vangelo. Bartimeo è seduto lungo la strada sente Gesù che passa e grida come un posseduto, la sua vita è ai margini, chiede misericordia: “Gesù figlio di Davide ..”. Non è Gesù che va verso di lui ma è il cieco, egli lo fa chiamare, segno che era lontano, e gli domanda: “cosa vuoi che io faccia per te?”. È la stessa domanda a Giacomo e Giovanni. Il cieco si alza, getta il mantello e segue Gesù nella strada, si apre alla grazia di Dio che gli impediva di vedere l’essenziale, la vista gli si era annebbiata, infatti prima ci vedeva e la sua richiesta è di vedere di nuovo. e c’è un mantello da lasciare,

La fede salva

L’episodio di questo cieco è collegato ai versetti del vangelo di domenica scorsa, è un nuovo insegnamento per i discepoli, non solo sono duri di cuore ma anche ciechi (non solo loro!). Nelle nostre Gerico è come se vivessimo negli abissi dell’oscurità, ripiegati sui nostri interessi, sul nostro io, privi di gioia, e gli occhi del cuore devono essere purificati, sono posseduti da altro. Rimane sempre una piccola luce anche nella lontananza del nostro peccato si possono sentire i passi di Gesù, e solo quando si vive ai margini ai margini dell’esistenza, chiusi e insensibili, ci si accorge della vera libertà, ed è sempre riservata per ciascuno una opportunità di svoltare la vita. “Chi prega si salva” diceva Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, a Dio interessa la nostra sorte, “siamo canne e la sorte è il vento” (G. Deledda), soffia lo Spirito, anche in questo cammino sinodale delle chiese, però occorre il cambiamento del cuore che sta nel correggere la vista e riconoscere la grazia della sua presenza nelle giornata e nella vita.

La speranza

La parola più bella del cristianesimo, è speranza, non è vero che “chi vive di speranza di speranza muore”, chi vive la speranza vive Gesù che passa, “un giorno può accendersi la luce, c’è una nostalgia di lui, guai a spegnerla” (A.S.), essa è depositata nel cuore di Bartimeo e nel nostro cuore, ci fa muovererialzarerisorgerecambiare strada, riconoscerel’essenziale, allarga il cuore, ci fa vedere di nuovo, apre l’esistenza a nuovi orizzonti, soprattutto, e questo è il centro della vita cristiana, ci fa vedere Gesù, il Vivente che vive in noi.

Signore, fa’ che vediamo di nuovo 

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

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