In compagnia dei Santi?

In compagnia dei Santi?

In compagnia dei Santi? 515 387 Vincenzo Leonardo Manuli

Dove sono i nostri defunti? In compagnia dei Santi?

Non è difficile mettere in relazione due ricorrenze importanti che aprono il mese di novembre, Tutti i Santi e la Commemorazione di tutti i fedeli defunti. Le domande sono molte: Cosa c’è dopo? Finisce tutto con la morte? La santità è riservata solo per pochi eletti? Andiamo per ordine, la riflessione è animata dalla speranza, senza questa, la virtù bambina, diceva Charles Peguy, come viviamo? Quando visito un cimitero, guardo diversi simboli e segni, in alcuni luoghi a me familiari lo sguardo si ferma sulla clessidra, sul teschio, l’Angelo della Risurrezione con la tromba, la croce, i fiori, i lumini, le tombe curate e alcune abbandonate, i segni religiosi accanto alle cripte o nelle cappelle, infine il silenzio. Il cimitero è un luogo dove si prega, si piange per i propri cari, la fede, anche questa, accanto alla speranza, vede oltre, un giorno le tombe si apriranno, e risorgeranno con Cristo nella risurrezione finale. Esso è un luogo ambivalente, di morte e di vita, perché i visitatori con amore e rispetto sperano di incontrare chi ha vissuto con loro parte della vita terrena. Io mi fermo, visito le tombe dei defunti che ho conosciuto, e poi, nel cimitero del mio paese, vado dietro la cappella, purtroppo tutta a pezzi e prossima al crollo, dove si trova l’ossario, di tanti defunti che non hanno avuto la possibilità di una cripta, e prego, perché lì ci sono anche le ossa di mio nonno paterno del quale porto il nome, Vincenzo Leonardo, allora mi tolgo le scarpe in questa terra, e rispetto ogni defunto che non c’è più ed ha seminato per un mondo più bello, giusto e accogliente.

“La vita è pellegrinaggio, riprendiamo il cammino”, asseriva san Giovanni XXIII, ma Dove sono i nostri defuntiIn quella fredda e buia bara, consumati dal tempo, inceneriti e ricordati solo da qualche prossimo familiare? Forse la vita dei santi può aiutarci a sperare, la cronologia della festa che precede la commemorazione non è un caso, perché i santi, tutti, quelli canonizzati e non, persone semplici e della “porta accanto”, anche senza saperlo, hanno amato, hanno servito, hanno faticato, hanno sofferto, e godono una pienezza che già sperimentavano nella vita terrena, non lontani dal Regno di Dio. Chi ama vive già in Dio, perché “Dio, non è il Dio dei morti, ma dei Viventi”. Non vorrei essere troppo difficile o complicato, pronunciare formulazioni fredde, ma la fede in Cristo è viva, è realtà, quando si fa esperienza ogni giorno che lui è il Vivente nel dono dello Spirito Santo del quale come battezzati siamo abitati, e se ne fa esperienza nell’Eucaristia, noi chiesa pellegrinante, con la chiesa purgante (le anime che si purificano in attesa di vedere Dio) con la chiesa trionfante (la compagnia dei santi), celebriamo davanti all’Agnello la lode in attesa e nella speranza un giorno di stare di fronte al suo Volto.

In conclusione, tutta la nostra vita, di credenti, se sarà una ricerca del Volto del Signore, vivrà di questo Spirito vivo che fa esperienza della realtà di una vita eterna dopo la morte, in compagnia delle persone che ci hanno preceduto e della famiglia di Dio, con le schiere angeliche e i santi. Siamo in cammino, in un percorso di combattimento contro prove, tentazioni, ma animato dalle tre virtù teologalifede, speranza e carità, con il desiderio sì, di vedere il Volto del Signore, e di stare nel Paradiso dell’amore con le persone che abbiamo conosciuto, amato e ci mancano tanto fino al desiderio di volerle raggiungere subito. Mi piace concludere con un pensiero di Carlo M. Martini: “La morte, è l’ultimo atto di fiducia che Dio mi chiede”.

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