L’indifferenza alla legge e la responsabilità del credente

L’indifferenza alla legge e la responsabilità del credente

L’indifferenza alla legge e la responsabilità del credente 1586 1284 Vincenzo Leonardo Manuli

Il sì e il no, le due vie, la benedizione e la maledizione

Nella selva dei luoghi comuni, ricorre spesso la frase tutti fanno così oppure si è fatto sempre così che ha lo stesso significato della prima. Stereotipi che dimostrano l’insopportabile indifferenza dell’uomo, mi ricorda un grande manifesto politico e morale, attuale e profondo: Odio gli indifferenti di Antonio Gramsci del 1917 pubblicato sulla rivista Città futura. Ecco di seguito alcuni stralci: «Odio gli indifferenti. (..) Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è vigliaccheria, non vita. (..) Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, (..) Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti». 

Gli indifferenti sono gli ignavi di oggi, e che Dante punirà nel canto dell’Inferno, sulla riva dell’Acheronte, quelli che per egoismo e viltà hanno rifiutato e non si sono schierati. Come vive un credente, un cristiano queste parole? Può essere neutrale? Se ha interiorizzato la legge del Signore, che è la sua Parola e la medita giorno e notte, costruisce una identità in mezzo agli uomini e nella città. Chi vive la fedeltà alla legge da credente e da non credente, ma anche da buon cittadino, non può che sperimentare il senso di solitudine e di isolamento. Senza voler fare una differenza, tra chi crede e chi no, il credente però è sotto l’egida di una responsabilità più profonda: il sì alla vita e il no al male; egli potrebbe essere raggiunto dall’ironia dei liberi pensatori, tuttavia nell’avventura della vita, scoprirà che la felicità, cioè una vita piena, è costruita da una serie di sì e di no, di chi non si tira indietro nella parabola della vita, cosciente della solidarietà nel bene e nel male, come della responsabilità degli uni verso gli altri.

Mai come oggi il confine tra il bene e il male è difficile distinguerlo, viviamo nell’epoca della confusione, ma non per il credente, che non è superiore agli altri, però i suoi passi sa dove sono diretti, egli vive un esodo, un viaggio, un’avventura, attinge alla sorgente della vita, e la sua esistenza è simbolicamente rappresentata dall’albero le cui radici sono piante nell’acqua. Il credente ha un passo in più, perchè l’orientamento radicale di tutto il suo essere è la costruzione di un progetto che lo anima ed egli compiace il Signore, gli indica la strada, quando la sua Parola è interiorizzata, meditata, triturata. Quale è la differenza? La Parola costruisce una identità, anzi diviene la colonna vertebrale, nonostante la situazione di tensione, di prova e di sofferenza, il credente, è un giusto, non si confonde con gli empi, gli stili di vita sono opposti, la differenza è questione di scelta, libera; una sarà a suo tempo feconda, l’altra inconsistente. Come? Il giusto non siede con gli iniqui, non sta in loro compagnia, non si lascia influenzare dal comportamento dei peccatori, la Parola di Dio è l’ideale di vita. E l’empio? Egli disprezza la legge del Signore, cioè non si lascia istruire, la sua vita è sterile, mente tutte le opere del credente hanno un senso e lui cresce come l’albero che produce le foglie e i frutti (Cfr. Salmo 1). L’empio accuserà il giusto,  questi non dovrà difendersi, perché La verità è come un leone. Non avrai bisogno di difenderla. Lasciala libera. Si difenderà da sola (Sant’Agostino). 

“Anche un cantante, Bob Dylan nella più famosa canzone di tutti i tempi, Blowin’ in te Wind, echeggiano parole che soffiano nel vento e che richiamano alla responsabilità individuale non meno che a quella collettiva”, una scommessa che ha a che fare con quella scelta che gli indifferenti non faranno mai e che sarà l’atto coraggioso che reinventa il mondo e costruisce l’umanità.

In conclusione, la riuscita finale dei giusti è in vista alla comunione con il Signore, ma anche agli altri uomini è stata proposta l’opzione fondamentale, la vita o la morte, la benedizione o la maledizione, che si costruisce ogni giorno, dalla mattina alla sera, all’alternarsi delle stagioni.

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