SANT’AGNESE MITE AGNELLA AL SERVIZIO DELLO SPOSO

SANT’AGNESE MITE AGNELLA AL SERVIZIO DELLO SPOSO

SANT’AGNESE MITE AGNELLA AL SERVIZIO DELLO SPOSO 622 1024 Vincenzo Leonardo Manuli

La vita di questa piccola martire mi riporta il pensiero alle donne che portano ferite atroci, alle donne che con fatica da sole portano avanti la vita, alle madri che hanno perso un figlio, alle madri che attendono il ritorno dei loro figli, a tutte quelle donne, sorelle, mogli, madri che non perdono mai la speranza di lottare. 

Il discepolo

Chi è il discepolo? È docile come un agnello, mite come un filo d’erba, libero come un pettirosso, delicato come un fiore che sboccia, umile come la terra, forte come una quercia, così e molto di più chi segue Cristo. Il discepolo del Signore non sceglie la morte, non desidera la morte, fosse pure una morte eroica, il discepolo del Signore sceglie un modo di vivere, quello del suo Signore e a lui rende testimonianza in ogni situazione. La parola “martirio” (in greco martýrion) significa “testimonianza” e questa testimonianza può essere attuata in molti modi e è stata testimone (mártys), ha scelto di non venire meno all’impegno con Cristo.

Il martirio

Nel martirio della santa romana è in gioco l’amore, nel segno della redenzione, nonostante scarse le notizie di Agnese (290/293-21 gennaio 305), la sua breve esistenza è un’eccedenza di amore. Agnese, agnella, il cui nome è incluso nel canone romano della preghiera eucaristica della messa, sepolta nel cimitero in via Nomentana sorge una basilica a lei dedicata e autentiche sono le reliquie. Il racconto del martirio parla del suo rifiuto di sposare Sifrinio, figlio del prefetto di Roma Sempronio. Agnese declina ogni offerta e ogni ricchezza, e risponde al suo pretendente che ama solo Cristo, preferendo rimane vergine e fedele al suo Sposo. La vendetta del giovane è di denunciarla come cristiana, ella rifiuta di sacrificare alla dea Vesta, di conseguenza seguono una serie di torture, e la sua verginità è difesa da una angelo; viene condannata al rogo nello stadio di Domiziano, una luce acceca chi osa avvicinarla e le fiamme si spengono. Alla fine viene sgozzata come un agnello in piazza Navona, dove c’è un’altra basilica a lei dedicata e dove è conservato il suo cranio. I genitori fecero un sogno, la figlia martire, con un agnello sulle braccia. È usanza che il giorno della sua memoria vengono consegnati i pallii agli arcivescovi. 

Preghiera

Hai scelto di incoraggiare i fratelli e le sorelle.  / Hai scelto lo Sposo. / Hai scelto di rinunciare agli onori e alla gloria del mondo. / Hai preferito la palma della vittoria. / Hai attraversato tempeste. / Hai preferito l’eternità in cambio della giovinezza. / Hai scelto di amare e di stare nella gioia. / Ora sei nella luce, / in compagnia della famiglia dei santi

Agnese, sei rinata come le farfalle, il tuo Sposo ti ha messo le ali. Sei rinata dalle ceneri della sofferenza del martirio, il tuo amore per Cristo è fuoco che brucia e non si consuma, e salti dentro il cerchio di fuoco che voleva costringerti a rinnegare lo Sposo, e schivando i dardi del male, ti ritrovi felice per sempre. Con la luce negli occhi, con il vento alle ali, con il ritmo nel cuore, indimenticabile nella testimonianza, Cristo ha fatto che non si perda nemmeno una lacrima versata, che non si perda tutto questo amore e il bene seminato, e hai detto al tuo Sposo: dammi la mano e aiutami ad attraversare la strada.

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