SEI RIMASTO LI’

SEI RIMASTO LI’

SEI RIMASTO LI’ 2048 2048 Vincenzo Leonardo Manuli

Sei rimasto lì, appeso al muro,

hai visto l’incendio che devastava le case,

in mezzo alle macerie.

Sei rimasto lì,

muto e impotente,

e non hai fermato quella mano devastante.

Il proprietario di uno dei pochi negozi rimasti in paese,

ti aveva messo lì,

per protezione, per custodire, per fede.

Non ci sono state vittime,

ma sono andati a finire sotto le macerie

storie, ricordi, emozioni.

Dopo che hanno svuotato tutto il tabacchi,

si erano dimenticati di te,

l’unico oggetto intatto, eri appeso lì.

Dicono che uno dei vigili del fuoco ti ha prelevato,

secondo me dovevi stare lì,

perché tu stai dove c’è la sofferenza,  tu rimani dove ci sono le macerie,

perché la croce non è solo sequela, è anche speranza.

Sai Gesù, 

io ti riporrei lì,

è passata una settimana,

burocrazia, inerzia, pigrizia, tutto cadrà nel dimenticatoio.

Le poche persone rimaste,

vedono solo macerie, distruzione, case diroccate,

persone che non ci sono più,

ma non possono fare a meno della croce.

Dal tetto crollato,

tu eri appeso lì, al muro,

e un fascio di luce ti colpiva.

Un segno, una goccia di rugiada.

Chissà se l’abbiamo capito!

Cosa deve accadere per scuoterci?

Cosa deve cambiare per essere più responsabili?

Cosa dobbiamo fare per prendere consapevolezza

che il destino è nelle nostre mani?

Io dal pulpito chiedo sempre di guardare la croce,

e tu sei rimasto lì, appeso.

Qui si parla poco,

si subisce, si è vessati per tante difficoltà,

rimane ancora un po’ di fede,

e tu appeso lì.

La croce è il simbolo dello scarto,

dell’emarginazione, della non accoglienza, del rifiuto.

Spero e prego che ti ripongano lì,

in mezzo alle macerie,

qualcuno se ne accorgerà, qualcun altro si convertirà, qualcun altro ancora forse si impietosirà,

e si chiederà che cosa ha fatto.

Distruzione, violenza, prepotenza, ingiustizie,

da queste parti sono come il pane quotidiano.

Dalla croce, pace, amore, perdono, riconciliazione.

Rimani appeso lì, al muro,  Signore, 

mi piace vederti e contemplarti,

anche se un po’ incenerito è meglio,

mi fa capire che stai dalla parte dei deboli,

e inviti il peccatore a cambiare direzione;

l’ultima parola, 

prima che tutto sia irrevocabile.

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