E sono cinquantuno!
07.06.1973-07.06.2024
Chissà cosa avranno provato i miei genitori alla mia nascita: è un maschio, Vincenzo Leonardo! I primi anni, l’asilo, la scuola, le monellate, l’università, il cammino verso la consacrazione religiosa.
Dono. È la parola nel mio vocabolario più presente. Non la sola. Gratitudine, grazia, stupore, curiosità. La vita è un dono. Il cielo, la terra, i frutti della terra, il sole, la pioggia, il vento, gli uccelli, i fiori, gli alberi, i volti delle persone, il sorriso di un bambino, le rughe di un anziano, le mani del muratore, la cura della casalinga, la schiena del contadino, i baci, gli abbracci.
Passano i giorni, i mesi, gli anni, si alternato le stagioni, siamo sul treno della vita, a volte rallenta, a volte va veloce, così il mio corpo, vedo i cambiamenti, anche nello sguardo, nei pensieri, e le esperienze fanno e come se fanno!.
Sono tante le cose belle, meno belle le altre, il dolore, la malattia, la sofferenza, il tradimento, sono quelle che vorremo evitare, ma fanno parte della vita. La fede religiosa dove la metti? È il senso e il cuore di tutto, una follia, perché il dono proviene da un disegno, un progetto.
Grazia. Questa parola nel mio vocabolario è profonda, ogni giorno celebro l’eucaristia, non solo nella preghiera liturgica. La grazia la interpreto come quell’aiuto e il favore spirituale che ci fa vivere, ci fa andare avanti. Tutto è grazia diceva uno scrittore, perché tutto è dono.
Stupore. È quello che ci fa vivere, scommettere, rischiare, sì perché la vita è un’avventura, ogni giorno un inedito, una sorpresa, ogni giorno è un regalo.
Oggi sono qui, a ringraziare, un inno alla vita, con un altro anno in più, nelle mie piccole o grandi sfide e battaglie quotidiane. Insieme alla mia famiglia, a chi mi vuole bene, a chi ha fiducia in me.
Signore, concedimi che ogni giorno, sia vissuto nel ringraziamento e nello stupore, di scoprire nell’avventura della vita, che tutto è dono, aiutami a non smettere di stupirmi della vita e dei giorni a venire. Amen!
Questo è il mio canto:
NON ESISTONO PAROLE
Sento che sei un dono, / l’ho imparato piangendo, / l’ho imparato sorridendo. / Sento che mi tieni per mano,/ che le mie fragilità sono feritoie di luce.
Sento che la felicità è un attimo, / sospeso nel cielo, / come un’altalena, / tocco il cielo e la terra, / e il mondo per un attimo si ferma, / chiudo gli occhi e sto in silenzio.
Sento che imparo a camminare quando cado, / se sto in silenzio mi ascolti, / mi appoggio sul tuo petto e sento il cuore che batte, / e mi sento sospeso tra il cielo e la terra.
Sento che sei un dono, / l’ho imparato piangendo, / l’ho imparando sorridendo. / Sento che mi tieni per mano, / che le mie fragilità sono feritoie di luce.
Sento la rugiada sul filo d’erba, / il battito d’ali dell’ape, / il vento che scuote le foglie. / Sento il sussurro della tua voce, / mi fermo e chiudo gli occhi, / mi piace sognare, perché tu mi accarezzi.
Sento che la pace esiste, / che l’amore è quando senti la musica, / vedi i colori dell’arcobaleno, / e dentro senti la speranza, / anche in una stanza buia.
Sento che non siamo soli, / siamo scintille che illuminano gli altri, / e quando gli occhi sono lontani, / il pensiero mi fa toccare l’infinito, / non ho pace finchè non riposo / tra le braccia del mio sogno.
Sento il respiro della terra, / il calore della voce che sussurra, / la mia pelle si colora di luce, / l’impossibile diventa possibile, /un fiore sulle tue labbra.
Sento che sei un dono, / l’ho imparato piangendo, / l’ho imparando sorridendo. / Sento che mi tieni per mano, / che le mie fragilità sono feritoie di luce.
Lascia una risposta