Siamo terra e cielo

Siamo terra e cielo

Siamo terra e cielo 1170 1006 Vincenzo Leonardo Manuli

Ascensione del Signore 

Domenica 16 maggio 2021 (Mc 16,15-20)

Questa pandemia ci ha aperto gli occhi su una realtà che non vogliamo accettare: è aumentata la solitudine, si è diventati ancora di più individualisti, i ricchi sono sempre ricchi e i poveri sempre più poveri. Abbiamo assistito a tanto dolore e sofferenza, e anche la fede o la pratica religiosa, dobbiamo ammetterlo, si è indebolita, le nostre chiese sono divenute più povere della presenza dei battezzati, basta guardare a quel piccolo gregge che frequentava le nostre liturgie, oggi si è rimpicciolito ancora di più. 

L’Ascensione che conseguenze può avere sulla nostra vita e sulla nostra fede? Quale coraggio infonde la Pasqua al nostro esistere qui e ora? Con l’Ascensione si apre una nuova stagione per la Chiesa, il Risorto viene innalzato, elevato da terra dal Padre, ascende al cielo, risalendo alle sorgenti della sua intimissima comunione con il Padre, portando con sé anche la nostra umanità, glorificandola. Egli è collocato sul posto più alto, accanto al Padre, che non smette di operare nella storia con i segni che i suoi discepoli opereranno nel suo nome. 

Ci siamo sentiti soli, abbandonati in questo tempo, forse il Cristo asceso al cielo ha chiuso le porte per sempre all’umanità? “L’essere umano è entrato in modo inaudito e nuovo nell’intimità di Dio, l’uomo trova ormai sempre spazio in Dio” (Benedetto XVI). Forse questo non è così chiaro ai nostri occhi perché guardiamo solo alla terra mentre dovremmo guardare anche al cielo?

La festa dell’Ascensione pone al cuore una domanda: Dio ci ha abbandonati? Siamo stati lasciati soli? Ribadisco queste domande per cercare la presenza di Dio dentro la storia. Nella mitologia si racconta che gli dèi scendevano sulla terra per fare una passeggiata e poi ritornare nell’Olimpo. Non è così per il Risorto, egli ci trasmette un nuovo modo di abitare sulla terra, e di pregustare le realtà del cielo

Con l’Ascensione si apre la missione della Chiesa, dove i discepoli, noi battezzati, chiediamo il dono dello Spirito Santo,  per illuminare la nostra vita. Quali sono questi segni che manifestano la presenza dello Spirito del Risorto? La vittoria sul male, sul peccato, sulle diseguaglianze, queste avvengono a condizione che si alzi il livello della vita, orientandoci  al bello, al grande e alla santità. Questo è il tempo della missione, “dovunque si trovino, i cristiani annuncino il Vangelo innanzitutto con la vita; poi, se Dio lo concede, con le parole” diceva san Francesco di Assisi ai suoi frati.

I discepoli, tra dubbi e incredulità, una tentazione permanente, camminano sulle strade del mondo in maniera claudicante, ma sono fortificati dalla presenza del Signore che agisce e si conferma nei segni, passando dalla paura della chiusura del cenacolo alla creatività e all’audacia della risurrezione. Il mistero è grande e noi non siamo in grado di leggerlo compiutamente: “Gesù risorto è vivente per sempre in Dio; è il Figlio che regna con Dio, partecipe della sua potenza e della sua gloria, perché vincitore della morte; è il Signore del cosmo, proclamato tale da ogni creatura alla quale è stato annunciato; è il Giudice che verrà alla fine dei tempi” (E. Bianchi). 

Alla fine, lascia  i discepoli e la Chiesa con un mandato: Andatebattezzate e annunciateAndate, cioè, profumate di cielobattezzate, cioè immergete le persone in Dio; annunciateraccontate la tenerezza di Dio, questa è la lieta notizia, non solo con le parole ma soprattutto con la vita.

La fiducia nel mistero pasquale dell’Ascensione è che “Cristo accoglie pienamente e per sempre l’umanità” (Benedetto XVI), noi ci avviciniamo al cielo a Gesù, quando diciamo cielo, diciamo la realtà più bella, grande, infinita del quale è presente anche dentro il nostro cuore, e si esprime in quei gesti e segni della presenza del Signore e “la nostra fede è la certezza che ogni creatura è piena della sua luminosa presenza “ (E. Ronchi).

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

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