In principio è l’Amore …

In principio è l’Amore …

In principio è l’Amore … 1024 768 Vincenzo Leonardo Manuli

Santissima Trinità 

Domenica 30 maggio 2021 

(Mt 28,16-20)

Dio è al di là delle nostre idee e delle nostre formulazioni, e quando parliamo di Dio (sic!!), immaginiamo, pensiamo, proiettiamo pensieri o strumentalizziamo presunte conoscenze con la pretesa di spiegare la sua essenza. Chi è Dio? Dio è!Per il cristianesimo, egli è l’infinitamente piccolo che si è avvicinato all’umanità nell’incarnazione, nel seno della Vergine Maria, ha percorso le strade polverose della Palestina, ha teso la mano della sua misericordia ai malati e a coloro che erano ai margini della società, ha scelto l’ultimo posto perché nessuno lo avrebbe preteso. Egli è il Dio-uomo, il Dio-con-noi, che in Gesù risorto e vivente per sempre ci accompagna sulle vie del mondo. Dio è … amore, umiltà, misericordia, bontà, è a favore dell’uomo, ama ciascuno di noi e vuole la nostra salvezza, e il mistero della Trinità è “dunque amore a servizio del mondo che vuole salvare e ricreare” (Papa Francesco).

Ricordo quando ero studente di teologia il corso di dogmatica di Trinitaria, un corso ostico, e col tempo (la gradualità dello Spirito Santo), ho capito che si è sempre inadeguati per affermare Dio, usiamo idee e formule ma nessuno ha mai visto Dio e né l’ha contemplato. Che necessità c’era di Concili, di formulazioni dogmatiche, contro eresie e tentativi scismatici fino al punto di definire Dio? Abbiamo bisogno di una riflessione su Dio, che Gesù ci ha narrato, ci ha svelato il suo vero volto, il mistero della Trinità-Unità di Dio

Il mistero della Trinità-Unità non è un rompicapo per teologi o un problema inafferrabile per i semplici fedeli, Dio si è fatto conoscere, si è rivelato, attraverso l’incarnazione, la passione morte e risurrezione del Figlio. Egli non è un Dio solitario, è famiglia, un Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo, cioè, solidarietà, comunione, sinfonia. Dalla venuta del Figlio, non si può più parlare senza pensare a lui, egli è “l’Amante, l’Amato, l’Amore” (Sant’Agostino). “Non si può più andare a Dio se non attraverso “la via” che è suo Figlio Gesù Cristo, vero uomo nato da Maria, vissuto tra di noi, morto e risorto nella nostra storia, con l’incarnazione di suo Figlio, Dio si è unito all’umanità in modo indissolubile e l’umanità trasfigurata è in Dio attraverso il Figlio Gesù che, come era disceso, così è salito al cielo” (E. Bianchi).

Il vangelo ci racconta che Gesù si avvicina agli Undici, dà l’appuntamento sul monte di Galilea, essi devono ascoltare le ultime parole del Risorto, le sue ultime volontà. La Galilea è terra periferica, terra spuria, terra cosmopolita, e il Risorto consegna ai discepoli parole che di fatto sono la “professione di fede” di ogni cristiano quando diventa tale, cioè discepolo di Gesù attraverso il battesimonel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, con il mandato di immergere l’umanità nell’oceano dell’amore. I discepoli non sono uomini straordinari, eroi, devono andare nel mondo, tra gli uomini e le donne, un piccolo gregge non chiuso in un recinto, non pauroso, non autoreferenziale, ma disposto a stare in mezzo agli altri, fossero anche dei lupi.

In noi è impressa l’immagine della Trinità-Unità, la creazione è icona dell’amore trinitario di Dio, e la Chiesa nasce dalla Trinità-Unità. Il Risorto chiede ai suoi discepoli, da ogni battezzato, non solo di vivere il comandamento nuovo dell’amore, assicurando “Io sono con voi”, (l’‘Immanu-El, il Dio-con-noi), chiede anche di farsi compagnia dell’umanità, quella prossimità autentica, vera, sofferente, di accostarsi con semplicità sulle strade mondo, inedite e sconosciute, che rivelerà ricca di incontri, un ministero, con gli occhi attenti, per seguire lui, il Veniente, il Vivente. Il cristianesimo o è sovversivo o non è!

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

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