Il canto della speranza. Magnificat

Il canto della speranza. Magnificat

Il canto della speranza. Magnificat 1024 1024 Vincenzo Leonardo Manuli

Domenica 15  Agosto 2021 

Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria

(Lc 1,39-56)

La bellezza

Che cos’è la bellezza? Se lo sguardo non si lascia stupire dalle cose umili, di un piccolo fiore, di un albero che cresce, del tramonto del sole. Guardare a Maria significa guardare la bellezza di una creatura discepola che ha saputo guardare e la cui vita si declina nell’ascolto dell’Eccomi, nella benedizione reciproca nell’incontro con la cugina Elisabetta, nel custodire gli eventi della vita di Gesù, nel fate quello che vi dirà di Cana, nel prestare ascolto alla parola del figlio, nello stare sotto la croce, nella presenza nel cenacolo. Lei è stata discepola del figlio, la sua bellezza è nel suo volto perché riflette il sole e il volto del Signore risplende su di lei. Il volto di Maria è bello, nei gesti, nei segni grandiosi, perché risplende dell’alterità, disponibile all’Altro, prossima agli altri. In lei non c’è lontananza ma prossimità che incrocia la vita di ogni uomo e di ogni donna. Tutta la bellezza di Maria è nel sì che esplode nel canto del Magnificat, nella danza che coinvolge la terra e il cielo e diventano una cosa sola.

Corpo trasfigurato

Maria è la donna dell’incontro, il suo corpo diviene non solo tabernacolo dell’Altissimo e segno tangibile della presenza di Dio, ma punto di incontro tra Dio e l’umanità. Non evita il piano di Dio, e Dio entra nella storia, fa graziaprende la carne di un uomo, questa è la bellezza, come il sussulto dei due grembi che si incontrano: “Due madri, entrambe incinte in modo «impossibile», sono le prime profetesse del Nuovo Testamento. Sole, nessun’altra presenza, se non quella del mistero di Dio pulsante nel grembo” (E. R.). 

La festa dell’Assunzione è la festa del corpo, bello, trasfigurato, amato, che chiede di essere accoglienteaperto alla vitabenedettocuratodifeso, ponendo attenzione alle parole e ai gesti, se si ama il fratello che si vede. L’amore di Dio si concretizza nel nostro corpo, attraverso le nostre mani, le nostre braccia, il nostro volto, e il corpo di Maria “diventa musica e danza, il suo corpo è un salmo: L’anima mia magnifica il Signore!” (E. R.). Maria canta, a partire dal suo sì, danza di gioia, abbraccia la Parola di Dio attraverso il suo umile atteggiamento, una fede e un amore concreto in cui l’amore di Dio si fa carne e prega perché Dio rende grande ciò che è piccolo e abbassa i superbi. Maria credeha fede, quella umile che stravolge tutto e guarda con lo sguardo dei piccoli e dei poveri.

Speranza

La parola più bella del cristianesimo, declinata in tante circostanze della vita, quella concreta, un ricominciamento e una fiammella sempre accesa. La speranza qui è che la nostra vita non si esaurisce sulla terra, e noi oggi in questa festa celebriamo il canto dell’amore, il Magnificat che ci fa vivere e sperare i giorni della nostra vita. Oggi si celebra “il farsi carne dell’amore di Dio e questo ingresso di ogni carne nello spazio di Dio è quanto dovremmo ricordare cantando ogni sera il Magnificat, questo dovremmo vivere e sperare ogni giorno, per noi e per tutti” (E. B.).

La festa dell’Assunzione della Vergine Maria, del suo transito da questo mondo al Padre si colloca proprio al cuore della domanda sulla morte, sulla vita eterna, la risurrezione della carne, ecco lo specifico del cristianesimo, la speranza della resurrezione, la certezza che la morte non ha l’ultima parola sulle vicende degli uomini e della creazione intera. “La vita eterna per ciascuno di noi comincia qui e ora, a misura della nostra capacità di amare ed essere amati, un amore che manifesta la verità della nostra fede e della nostra speranza” (E. B.).

L’assunzione è la festa della speranza, il nostro corpo attende ha un destino glorioso, quello di essere trasfigurato dalla gloria di Dio perché ha partecipato dall’incarnazione ed ha condiviso in maniera totale la nostra umanità nell’avventura della fede e dell’amore.

Maria donna del Magnificat fa scendere su ciascuno di noi una benedizione di speranza 

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

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