Compiti per ri-prendere il cammino

Compiti per ri-prendere il cammino

Compiti per ri-prendere il cammino 1920 2560 Vincenzo Leonardo Manuli

Vorrei dare un titolo a questi sei giorni di esercizi spirituali, e penso che il titolo non riassuma l’intensità e la profondità di questo percorso, un pellegrinaggio, una immersione in uno stile inedito, sorprendente, accompagnati dal gesuita p. Gianfranco Matarazzo, dal 22 al 27 maggio. Il luogo conta molto, la Casa dei passionisti, nel cuore di Roma, vicino al Colosseo, ma in un angolo a parte, suggestivo, nel bosco verde del monte Celio, un piccolo polmone, spirituale e geografico, dove c’è il sito antico di una domus romana, dei ss. Giovanni e Paolo.

Diversi esercitanti, nel silenzio e in ascolto della parola di Dio, nelle risonanze di figure bibliche solenni, Abramo, Elia, Zaccaria, e così via, è sempre Dio che fa la storia, da’ ordini ma non impone, chiama ma non obbliga. Come riconoscere la voce di Dio? Preoccupazioni, lotte, cadute, stress, ritmi frenetici, anche qui Dio, vuole sfiorarci. Sterilità, fecondità, pressione, riposizionamento, riprogettazione, un cammino non facile e faticoso, quando non si è umili di fronte alla Parola.

Come pregare? È il vissuto che è una preghiera, e qui Dio parla, una voce, una esperienza interiore da riconoscere per deciderci, cioè tagliare e fare le scelte giuste. Quelle di chi ci ha preceduto, sono state scelte potenti, forti, e anche a noi è chiesto il coraggio (parresia) con l’aiuto dello Spirito a non fermarci, andare avanti. Il giusto atteggiamento è di non chiudersi mai all’ascolto dello Spirito, con fiducia e generosità, senza fretta, gradualmente, entrare in questo “gioco” di Dio, e fare del vissuto, una preghiera, un’offerta, un altare, un’Eucaristia, una contemplazione, nella danza e nella gioia.

Ogni buon proposito, con l’aiuto della grazia di Dio, troverà realizzazione, è questa la scommessa, la sfida, e Dio vince, con noi, e ci dice: “io sono la tua benedizione, e per me tu sei una benedizione”, la Terra Promessa sulla quale abbiamo meditato è contemplato è questa, non un luogo fisico, ma il nostro cuore, dove il Signore è vivo e veniente.

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