FRANCESCO DI ASSISI: UN UOMO RITROVATO

FRANCESCO DI ASSISI: UN UOMO RITROVATO

FRANCESCO DI ASSISI: UN UOMO RITROVATO 600 900 Vincenzo Leonardo Manuli

Sento un senso di indegnità perché l’accostarmi al santo di Assisi è complicato, ma allo stesso tempo semplice. Molti hanno scritto su di lui, quindi cosa aggiungere? Siamo sicuri però che quest’uomo radicale nel seguire Cristo umile povero e crocifisso è stato ascoltato e compreso nella sua radicalità? La parabola della sua vita non può arrestarsi al mitico o al leggendario, c’è nel santo di Assisi qualcosa di verticale, un’esperienza infinita, il rapporto Dio-uomo, una parabola che segnala una logica diversa, quella di Dio.

  • Giovane in tempesta

Francesco si getta nell’avventura di una realtà ardente di nobili passioni, la carriera militare, senza conseguire esiti positivi. In un contesto storico di guerra, di lotta di classe e di diseguaglianze, lui fa esperienza della valle oscura di un’esperienza tenebrosa, dove episodi determinanti segnavano l’itinerario del suo auto-ritrovamento, tra questi l’incontro con il lebbroso in quanto realtà non esteriore ma interna a lui; la spogliazione di fronte al vescovo e al padre, davanti a quella porta del vescovado è assunta a simbolo delle decisioni esistenziali, che lo vedrà entrare ricco e uscire povero, nudo, e totalmente affidato a Dio, non nella tristezza del distacco ma nella gioia di un tuffo nel grembo divino. Strana gioia del santo di Assisi! “Non più padre Pietro di Bernardone, ma Padre nostro che sei nei cieli”, un cambiamento  che mostra Francesco non uomo di mezze misure. Avrà pensato Francesco: “Se Dio è così con me, io sono chiamato a essere come lui: come il Padre vostro che è nei cieli”. Questa è la vita cristiana, avere lo sguardo di Dio, il suo modo di vedere le cose. 

  • L’incontro con il crocifisso

La vita è fatta di incontri decisivi, decidersi è tagliare, recidere con il passato. Francesco ha scelto una vita semplice e chiara, non intellettuale e speculativa, il cui esempio ha chiesto ai suoi seguaci. Tuttavia quella di Francesco è l’eredità più complessa e carismatica, al di là di qualche lettera e preghiera che i suoi biografi hanno riportato, conta la sua testimonianza. Assisi, San Damiano, la chiesetta della Porziuncola, il monte La Verna, e altri luoghi calcati dai piedi del santo, sono terra santa le cui orme hanno una eco potente fino ai nostri giorni. Il crocifisso di San Damiano è il culmine della sua ricerca esistenziale,  Và, ripara la mia chiesa, gli dice il crocifisso, lo scandalo della croce e l’abbandono di ogni sicurezza per esprimere la ferma fiducia in Dio. La decisione si realizza in un legame, un cammino, in cui la croce di Cristo traccia il cammino della vera vita e della benedizione di Dio, sopportando il peso e la fatica della croce. Decidersi è scegliere, e scegliere Gesù significa condividere la precarietà del suo cammino, si tratta della libertà dalle cose, la povertà delle cose, imparando che una vera relazione si basa sulla fede-fiducia. Francesco entra nella Pasqua di Cristo, ecco la spiegazione della croce di Cristo, è il mistero della sua pasqua di salvezza, della via della vittoria dell’amore sul male e sulla morte. 

  • Uomo nuovo

Strana gioia, questa di Francesco, nella quale raccontando a frate di Leone di scrivere a proposito della letizia gli confida che è vera letizia la povertà, la contrarietà, qui dimora la vera imitazione di Cristo, e lo rende sì abitatore di questa terra, ma anche già cittadino dei cieli, e perciò straniero e pellegrino in questo mondo in cammino verso la sua vera patria e proteso verso di essa. L’effigie di Francesco è di un uomo completamente cristiano, cioè, conforme a Cristo. Egli è un uomo rimpicciolito dalla fatica, dalla penitenza, piccolo, dalla quale traspare una gioia indescrivibile. Il frate umile e povero di Assisi si è lasciato crocifiggere con Cristo, lasciando tutto quello che apparteneva alla mondanità ed entrando nella logica delle beatitudini. L’amore per Cristo gli ha suggerito l’amore per i fratelli e le sorelle, per la natura e per ogni povero. Egli rimanda a Cristo e nel vangelo rilegge la sua vita alla luce di Cristo nell’incontro iniziatico con il crocifisso. Un vangelo vivente, egli volle rimanere diacono, si sentiva indegno di essere ordinato sacerdote. Quanta umiltà ci insegna e risveglia la coscienza della responsabilità nel generare l’uomo nuovo creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera.

  • Utopico il sogno di Francesco? 
  • La sua profezia è attuale? 
  • È possibile capovolgere la maniera di pensare di agire rispetto ai criteri del mondo?

È possibile quando si è liberi e docili sotto la guida dello Spirito, è la perfetta letizia, e Francesco non è fuori tempo, perché i santi sono nell’eternità, ponte tra il cielo e l’eternità.

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