AVERE FEDE DELLA FEDE

AVERE FEDE DELLA FEDE

AVERE FEDE DELLA FEDE 1600 900 Vincenzo Leonardo Manuli

FENOMENOLOGIA DELLA FEDE

“La fede è uno slancio dell’anima che non si piega all’evidenza delle cose e all’umanamente prevedibile, perché crede che Dio non ha mai smesso di agire nella storia dell’uomo” (A.S.).

Parto da alcune premesse, la letteratura scientifica è ampia in questo campo dello spirito, muovendomi in punta di piedi dal punto di vista della spiritualità cristiana nonostante l’ampiezza dell’argomento “fede”, cercherò di fornire alcuni spunti di riflessione, senza risposte ermetiche, tenendo presente la complessità del tema, la larghezza e la profondità. Non è per nulla facile la fede, è una scommessa diceva il filosofo Blaise Pascal, perché uno dei primi passi è rinunciare all’atteggiamento che la fede sia un asservirsi di Dio. La fede piuttosto è una visione lunga, non è tanto l’avere una chiarezza sul presente, ma un orientamento lungo, che assume un tono umile e aperto. Non si può ragionare intendendo la fede come una conquista personale, «la fede, è da comprendersi in primo luogo come adesione, può essere presente solo là dove c’è una relazione personale e concreta con Gesù». (Enzo Bianchi). È un dono, fragile, tra il coccio di creta e il tesoro che c’è dentro, che non cerca l’efficienza delle prestazioni, ma una fede in tensione, per la quale avere fede è abbandonarsi con coraggio al grande Mistero della vita che noi chiamiamo Dio.

Incontro

Studi e ricerche sociologiche evidenziano che questo passaggio storico è attraversato dalla prova e dalla crisi della fede, dall’assenza di Dio, e che rivela il tipo di rapporto che hanno i credenti di questo tempo con Dio. La fede è un incontro, un dialogo esistenziale con un Tu, un paradosso che pone come visione un termine, e non assicura una potenza, è un’attesa impotente, dove l’uomo si dibatte, perché la fede non è un potere, ma un assaporare giorno dopo giorno i frammenti della sua realizzazione. Il credente che si affida radicalmente a Dio, pur scosso dalle tempeste della storia, vive la fede arrendendosi, stando in piedi, resistendo e lasciando che Dio compia la sua opera: “il credente è come un ateo che ogni mattina si alza per ricominciare a credere”, afferma un teologo.

Sentimento o emozione? 

Né l’uno, né l’altro, la fede è un dono che trova in Dio stesso la sua origine e la sua fonte. Non si è padroni e non la si può imporre, ma solo accoglierla con gratitudine e alimentarla con la preghiera. Viviamo in una realtà dinamica e in continuo movimento, piuttosto che realtà scontata, la fede non è facile, e ogni giorno si deve riscegliere il paradosso della vita. Se credere che Dio opera nella storia dell’umanità è già di per sé difficile, lo è ancora di più nel tempo della prova, tra i credenti stessi, delusi, rassegnati, che avanzano pretese, che con supponenza pensano che la fede sia un appropriarsi di Dio, una bandiera da sventolare. Dimmi la tua fede e ti dirò chi sei!

Effetti

La fede, non ha a che fare con i miracoli, può smuovere situazioni irremovibili, affronta tempeste, mari infuriati, non si piega davanti all’ingiustizia, sta nell’impossibile, infatti, in quanto tale, lascia agire il Dio a cui nulla è impossibile, quando si sta dentro la storia, dentro la vita. La fede è liberante e l’efficacia sta nel suo lasciar operare nell’uomo lo Spirito di Dio, ed è questa presenza che libera i rapporti fraterni e le relazioni interpersonali dai sempre possibili circoli viziosi, dalle manipolazioni, dalla caduta in mortifere dipendenze psicologiche e spirituali, e dalla creazione di legami non limpidi.

La realtà della fede

Come guarda la realtà chi crede? Si interroga. Prima di tutto occorre evitare la supponenza che è quell’atteggiamento di altezzosità ed arroganza che porta a sentirsi arrivati e perciò superiori agli altri, un rigido atteggiamento di chiusura che crea una separazione con chi non la pensa allo stesso modo. Sovente si creano entità settarie e fondamentaliste anche all’interno di comunità religiose, dell’arroccamento agguerrito e perciò sulla difensiva. Non ci sono i dottori o i professori della fede, attenzione agli esperti dello spirito, agli sfruttatori delle persone umili e semplici. La supponenza è uno degli atteggiamenti che più caratterizza le persone religiose, coloro che credono di aver dimestichezza con Dio e con “le cose di Dio”, frequentano le cose sacre, tanto da poterle gestire, amministrare, senza più lasciarsene interpellare, quando al contrario, aver aderito alla fede, nella spiritualità evangelica erano stati i piccoli, gli ultimi, i poveri. L’opposto della supponenza è la docibilitas, quell’atteggiamento intelligente e attento che consente di vivere ogni giorno della vita e ogni relazione, ogni età e ogni stagione, ogni luogo e ogni circostanza, persino quelle inedite e che sembrano avverse, come tempo e opportunità attraverso cui si compie la visita di Dio.

Che cos’è la fede?

Si può confondere la fede con la pratica religiosa, e viverla senza amore. La fede è chiudere gli occhi e procedere al buio, diceva San Giovanni della Croce, è un appoggiarsi, non una sicurezza, ma stare dietro a un Dio che non comprendi, imprevedibile, in un cammino, un itinerario, un esodo, il cui racconto ti porta a credere. Nel viaggio e lungo il deserto della vita, ci sono molte occasioni di prova, momenti in cui ci si sente persi, con la paura di non farcela. Ci sono momenti in cui ci si sente sopraffatti dalla fatica e si ha paura che Dio ci ha abbandonato. La fede interroga, non avanza pretese, convinti che sia dovuto tutto e subito, la fede si gioca sulla capacità di fidarsi di Dio nel tempo della prova, nello smarrimento e nella delusione, della quale la tentazione sempre in agguato è la rassegnazione.

Dio interviene nella storia in maniera paradossale, imprevedibile e misteriosa, e una dimensione presente è quella dell’attesa, alla quale l’uomo può reagire indurendo il cuore oppure vivendo il tempo della passione, quello nella quale, come dice sant’Ignazio negli Esercizi spirituali, «la divinità si nasconde», Dio cioè non è evidente con la sua gloria e la sua potenza nella realtà degli uomini, questa è la fede, continuare a fidarsi nonostante il contrario.

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