Dio esce allo scoperto

Dio esce allo scoperto

Dio esce allo scoperto 612 408 Vincenzo Leonardo Manuli

SECONDA DOMENICA DI AVVENTO

5 dicembre 2021 (Lc 21, 25-28.34-36)

Dio fa la storia, si coinvolge con la nostra storia, irrompe in mezzo ai potenti, in modo umile e discreto, ma si serve degli uomini, per questo la sua Parola avviene nel Battista, nel deserto, lontano dalle stanze del potere, e invita a fare ritorno a lui. I potenti sono rovesciati dai troni, i regni crollano, ma Dio rimane per sempre.

Il deserto

Nella storia di Israele ritorna sempre il deserto, l’evento decisivo dell’esodo, l’uscita dalla schiavitù dagli egiziani e il cammino per quarant’anni nel deserto. Esso è il luogo inospitale, della prova, dal quale germoglia un nuovo popolo, che si fida di Dio, dove la storia diviene salvezza. Il deserto è il luogo della preghiera, della tentazione, del silenzio, è provvisorio, e schiude la Terra promessa, ma prima bisogna camminare e fare esperienza in questo tempo di fidanzamento e di innamoramento, imparare che dall’ascolto inizia il cambiamento del cuore.

Il Battista

Egli è voce, il testimone che prepara la via al Signore, il Battista ha il carisma di riconoscere la sua venuta, si prepara nel deserto, invitando a ritornare al Signore attraverso un bagno di purificazione e di pentimento. Per ritornare al Signore occorre la volontà di cambiare il cuore, le scelte, di abbandonare la cattiveria, l’orgoglio, le vie ingiuste che sono tutte quelle strade facili che allontanano da Dio. La ricerca di scorciatoie per ingannare gli altri, le furbizie e gli sgambetti per scavalcare il prossimo, i compromessi per mantenere una provvisoria apparenza, l’accecamento del potere, ecco cosa vuol dire abbassare i monti e i colli, di raddrizzare le vie per preparare il ritorno al Signore. “C’è del lavoro da fare, un lavoro enorme, spianare e colmare, per diventare semplici e diritti e senza barriere” (E. Ronchi).

La novità 

Il luogo dove avviene la Parola, il cambiamento, la conversione, è il cuore, sovente un deserto, difficile da addomesticare, occorre provarci. Conoscere il proprio cuore non è un’operazione di intimismo, ma è apertura all’avvento di Dio, e senza docilità Egli non può entrare e fare con noi la storia della salvezza, è l’ultima riga del vangelo e della nostra vita. Dio vuole tutti salvi. L’avvento è il tempo della responsabilità, il mondo non è solo il teatro dei potenti e dei prepotenti, Dio esce allo scoperto, nel buio della cattiveria, un raggio di luce, Gesù, l’ora preparata dal Precursore e per incontrarlo è necessario abbattere tanti muri. L’avvento ritorna per bussare alla nostra superficialità, Gesù bussa, si prepara una strada se ci abbassiamo, l’avvento è lui, ci scuote, ancora un dono di un tempo nuovo, per ricominciare e sperare e diventare uomini e donne veri e umili discepoli del SignoreMaran athà

Impegno

  • Come guardo la storia? 
  • Quali sono i colli e i monti che devo abbassare?

SIGNORE, AIUTAMI A RADDRIZZARE LE VIE 

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

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