NESSUNO è PERDUTO

NESSUNO è PERDUTO

NESSUNO è PERDUTO 750 665 Vincenzo Leonardo Manuli

Domenica 11 settembre 2022 – XXIV TEMPO ORDINARIO (Lc 15,1-32)  

«Noi possiamo perdere Dio, ma lui non ci perderà mai». (E. Ronchi)

Si cammina, si corre, si devono raggiungere risultati importanti, e può capitare di dimenticare l’amico, il fratello o la sorella, il padre o la madre, l’essenziale della vita, trascurare i rapporti, e mettere da parte la fede religiosa, l’educazione ricevuta, dubitare dell’immagine di Dio, e arrivare al punto di non riconoscersi più figli.

Cuore spezzato

Ad un certo punto sente la stanchezza di stare a casa, questo fa il figlio più giovane, preferisce fare altre esperienze, sente di cambiare aria, vuole assaporare la libertà, ma non gli importa di come può stare il padre. E la madre dove è in questa parabola? Anche il figlio maggiore rimane in ombra per comparire alla fine. Il figlio più giovane decide di partire, e il padre non fa nulla per trattenerlo, gli dà l’eredità che gli spetta ed egli parte per un lungo viaggio. All’inizio è tutto facile, poi le cose iniziano a prendere una piega diversa: l’eredità è stata lapidata, riaffiora la nostalgia di casa, e lui si mette al servizio di altri padroni. E il padre? Quanto avrà sofferto per la partenza del figlio? Perché non l’aveva obbligato a rimanere? Tante volte noi ce lo diciamo. “Dio perché non sei intervenuto? Perché negli errori non ci fai cambiare via?”

Fame di abbracci

La fame fa pressione, e poi ci sono gli affetti, quella vita di casa che sembrava una schiavitù adesso per il figlio più giovane è una perdita cara. Insomma, quel padre non era così cattivo come aveva immaginato, quelle regole, quei valori, quel lavoro, piano piano assumono un sapore diverso. Intanto qui è maltrattato, è straniero, ha fame, e occorre prendere una decisione, l’unica possibile, altrimenti si va incontro alla morte: Ritornare a casa! Ma il padre è ancora vivo? Il figlio si domanda: mi accoglierà il padre? Mi bastonerà? Per diversi anni non ha voluto sapere nulla di lui, come fosse morto, nonostante tutto lo aveva nutrito, aveva trasmesso la fede, e con quale faccia si presenterà davanti a lui? La paura lo perseguita, ma è rimasto ancora un po’ di coraggio, e decide di fare rientro. Non ce le poniamo anche noi queste domande?

Profumo di casa

Ogni passo del figlio più giovane era un dubbio, ma svelto era quasi vicino all’uscio. Il padre, se lo sentiva che il figlio sarebbe ritornato, la pecora perduta è stata sempre nel cuore del padre, la moneta smarrita non ha mai smesso di cercarla. Il figlio più giovane non ha nemmeno il tempo di raccontare tutte le sue traversie che il padre preso dall’emozione di averlo avuto sano e salvo, fa festa, lo riveste di abiti nuovi, e si vede, i suoi occhi sono luminosi di lacrime e di gioia. Ecco l’imprevisto, rientra il figlio più grande: contesta l’atteggiamento del padre e rimprovera il fratello più piccolo. Anche lui deve ancora capire la figura del padre, ha bisogno di fare quel cammino a ritroso, di un buon esame di coscienza e chiarire il volto misericordioso e amorevole della casa paterna.

Questa parabola è stata molte volte raccontata e spiegata. Mi ci rivedo, penso, rifletto, prego, un brano pericoloso, non solo nel riconoscersi nei protagonisti, ma nelle tante domande che mi provocano, e l’immagine del padre, nella quale riflette la speranza, e se nel suo volto prevale la misericordia, egli è anche giustizia, nel senso che le sue vie sono giuste ed è retto nel suo operare.

SIGNORE IL TUO VOLTO è MISERICORDIA

  • Quante volte sono fuggito da casa e ho avuto fiducia che Dio è misericordioso ? 
  • Mi sento figlio? Il cristianesimo è fatto solo di precetti e di regole? 

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

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