I MIEI CINQUANT’ANNI (7.6.1973/7.6.2023)

I MIEI CINQUANT’ANNI (7.6.1973/7.6.2023)

I MIEI CINQUANT’ANNI (7.6.1973/7.6.2023) 2048 1536 Vincenzo Leonardo Manuli

Benedetto sei tu, Dio misericordioso, e benedetto è il tuo nome nei secoli. (Cfr.  Tb 3,1-11a. 16-17a) 

“Il tempo galoppa, la vita sfugge tra le nostre mani. Ma può sfuggire come sabbia o come semente.” 𝐓𝐡𝐨𝐦𝐚𝐬 𝐌𝐞𝐫𝐭𝐨𝐧

Ci sono tante modalità di ringraziare Dio per il dono della vita per questi cinquant’anni, e lo faccio con la preghiera nella celebrazione eucaristica, lasciandomi ispirare dalla Parola di Dio. Con le parole di Sara moglie di Tobi, desidero rivolgere la mia preghiera al Signore, una preghiera che sgorga da un cuore sofferente, per questo è più gradita a Dio, come il Getsemani, il momento più drammatico della vita di Gesù, Questo è il corpo, questo è il mio sangue. Sara insultata e offesa, non si vendica, non ricambia il male con la stessa moneta, ma stende le mani a Dio nell’atteggiamento dell’orante, insieme a Tobi, anche lui in un momento di angoscia, rivolge una preghiera di lamento, di fiducia, e si mette nelle mani del Signore. Non la mia, ma la tua volontà, dirà Gesù nell’agonia dell’orto degli ulivi, è la preghiera più umana e più forte, che sanguina dal cuore donato del Figlio.

Cosa mi ha accompagnato in questi cinquant’anni? Chi mi ha accompagnato?

  • Chi crede non è mai solo

È una delle affermazioni più potenti di Benedetto XVI che faccio mia, in ogni momento della vita, nella solitudine e nell’angoscia, nel dolore e nella prova, nell’esilio e nel buio, nella gioia e nel silenzio. Lo stesso Signore lo aveva promesso, Io sono con voi tutti i giorni, egli rimane con noi, si affianca, con discrezione e con pazienza. Lo ha fatto in questi cinquant’anni, nella gioia e nella malattia, nello studio e nel sì ad ogni tappa del cammino sacerdotale. Famiglia, amici, compagni di studio, docenti, colleghi, sono tanti quelli che devo ringraziare, anche le persone che non ci sono più e che ricordo in ogni Eucaristia.

  • Il mistero della vita

Cinquant’anni, mezzo secolo di vita, un giubileo, della quale voglio rendere grazie a Dio, fare Eucaristia, quella che faccio ogni giorno celebrata con la mia piccola comunità, preghiera, offerta, sacrificio, nell’incontro reale nel quotidiano, con ogni volto, nell’umiltà di imparare ad umanizzare ogni gesto, per poi essere divinizzato e trasfigurato dalla potenza dello Spirito. Oggi ho voluto lasciar passare la Parola che la liturgia del giorno offriva, un dono, frutto della bontà del Signore, Parola che sempre ci accompagna, anche quando a volte siamo distratti, indifferenti, superficiali, e a volte invece sentiamo come essa sia una sorgente di vita.

  • La gioia di vivere

Le fatiche, le varie esperienze, le ferite, i fallimenti, i ricominciamenti, fanno perdere il sorriso, la fiducia, e la gioia di vivere, ma mi danno forza, le parole del vangelo: Dio è il Dio dei viventi, è il Vivente e il Veniente. Il vangelo racconta di una donna che ha sposato sette mariti, tutti morti senza lasciare figli, un caso irrisolvibile si presenta a Gesù; non c’è una discendenza, e poi di chi sarà questa donna nella vita futura visto che ha avuto sette mariti? Mi dà l’impressione di una vita fallita, senza speranza. Gesù adotta un’altra interpretazione, aiuta a vedere oltre, parla di risurrezione, di vita nuova, un invito a ragionare in maniera diversa. 

Ogni giorno celebro il mistero della vita divina, l’Eucaristia, la vita nuova e rinnovata, fonte e culmine della vita cristiana, e la gioia è qui, anche se smorzata dalle fatiche dei giorni, dal peso dell’incomprensione, dalla prova della testimonianza. Non chiedo una vita lunga, ma domando al Signore quello che affermava una donna, aggiungere vita ai giorni e non giorni alla vita. Sara vorrebbe morire, è un’esperienza che facciamo tutti, una liberazione, a volte questo accade quando sentiamo il peso dell’esistenza e ci sentiamo schiacciati; qui la vita risorge, anzi, la vita è laddove c’è la croce, e si sente un grido dove siamo chiamati a dare un’ulteriore prova di forza e di fedeltà.

Cinquant’anni, Eucaristia, Grazie, Grazia, Amen, Alleluia. 

Passano tanti ricordi, emozioni, sentimenti, di gratitudine, di perdono, di quanto mi ha arricchito la fede nel Signore, passando anche attraverso il deserto, e sostando presso l’Oasi della misericordiala Confessione, l’Eucaristia, la meditazione personale.

Concludo con una preghiera che contiene una delle parole più importanti della Bibbia, misericordia, e faccio mie le parole di San Paolomi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo lontano dalla fede (1 Tm, 1,13). È la misericordia che mi fa andare avanti, che perdona le mie infedeltà, guarisce le mie debolezze, unge le mie ferite, provoca le mie resistenze, sollecita le mie inquietudini.

Grazie Signore per il dono della vita, non sono stato io a darmela, tu me l’hai data, inondala e ungila ogni giorno con il balsamo della tua misericordia, fammi sentire ogni giorno il profumo della vita, e colora ogni amarezza con il dono dell’arcobaleno. Amen

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