L’antica antifona mariana Regina Coeli

L’antica antifona mariana Regina Coeli

L’antica antifona mariana Regina Coeli 1063 963 Vincenzo Leonardo Manuli

La preghiera della Regina Coeli nel tempo pasquale

Per cinquanta giorni si recita o si canta lodando la Regina del cielo (Regina Coeli) una antica antifona mariana in quattro versi che si conclude con l’alleluia e si prega al posto dell’Angelus Domini (Angelo del Signore): «Regina coeli, laetare, alleluia./ Quia quem meruisti portare, alleluia/. Resurrexit, sicut dixit, alleluia/. Ora pro nobis Deum, alleluia» (Regina del cielo, rallegrati, alleluia/. Cristo che hai portato nel grembo, alleluia/, è risorto, come aveva promesso, alleluia/. Prega il Signore per noi, Alleluia).

Sono quattro le “antifone mariane” che si inquadrano all’interno del contesto liturgico celebrato: Regina Coeli (pasqua), Alma Redemptoris Mater (avvento e natale), Ave Regina Coelorum (quaresima), Salve Regina (tutto il resto dell’anno).

Le origini sono incerte della preghiera della Regina del Cielo, manca una attestazione autentica, in particolare è interessante rileggere la leggenda medievale che risale a papa Gregorio Magno nel VI sec. (590 circa). “La popolazione romana è decimata da una peste, il papa, durante una processione penitenziale implora la fine dell’epidemia e insieme ai fedeli, mentre attraversavano il ponte Elio, dall’alto del mausoleo di Adriano videro un angelo e udirono una voce celeste che cantava: Regina coeli, laetare, alleluia./ Quia quem meruisti portare, alleluia/. Resurrexit, sicut dixit, alleluia. “L’apparizione dell’angelo era un segno che la peste sarebbe terminata, e stava rimettendo la spada insanguinata nel fodero”.

Il papa la trascrisse la preghiera e aggiunse: «Ora pro nobis». Altri riconducono l’origine della Regina Coeli a papa Gregorio V nel 999, la diffusione della “gioiosa” antifona mariana non ha origini precise. E’ documentata l’uso nella liturgia fin dalla prima metà del XIII sec., inserita nel breviario francescano, mentre Pio V nel 1568 la ripropose nel breviario romano, e nel XVIII sec. papa Benedetto XIV prescrisse di recitarla nel tempo pasquale in luogo dell’Angelus Domini.

Al centro della preghiera della Regina Coeli c’è l’annuncio pasquale,  la gioia, la gioia della risurrezione, essa è lo specifico del cristiano che riecheggia di cuore in cuore e si proclama in tutto il mondo.

Il testo è molto breve ma profondo, cantato, pregato, ricordo quando negli anni di seminario, nel tempo pasquale, dopo la cena, insieme al rettore andavano in cortile, davanti alla statua mariana, e cantavamo insieme questo inno alla Madre del Risorto.

La preghiera è dedicata alla Madonna, una lieta notizia che la chiesa e i cristiani, fanno rimbalzare in tutto il mondo, “un contagio da cuore a cuore”, un messaggio pasquale di speranza che si rinnova anche oggi, in un tempo di epidemia, di malattia, di ferite, di fronte a lutti e disagi, emarginazione e problemi economici, risuona il grido pasquale del Regina Coeli.

La preghiera va recitata o cantata in piedi, è la postura o l’atteggiamento del risorto, dei redenti, come Gesù, l’Agnello dell’Apocalisse che sta ritto in piedi, egli sta “in mezzo”,  il segno per eccellenza del cristiano, indica la partecipazione alla vittoria dell’amore.

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