IL PRETE ABUSIVO – PPP (3P PADRE PINO PUGLISI)

IL PRETE ABUSIVO – PPP (3P PADRE PINO PUGLISI)

IL PRETE ABUSIVO – PPP (3P PADRE PINO PUGLISI) 668 1024 Vincenzo Leonardo Manuli

Sono andati fino a casa sua per spararlo, con la scusa della rapina, i sicari erano stati mandati dalla cosca del luogo. Il suo stile di fare il prete era abusivo, fastidioso, raccoglieva i ragazzi per sottrarli alla manovalanza della mafia. Non era regolare, e per liberare il quartiere Brancaccio dalla prepotenza della mafia, la festa patronale di San Gaetano era in mano loro,  erano persino andati a protestare anche dal vescovo, il card. Pappalardo. Le sue omelie cercavano di svegliare le coscienze anestetizzate, anche se lui lo sapeva, era difficile il contesto, lui proveniva da quel di Brancaccio, la parte buona e sana, ma era prete, uomo, insegnante, cittadino, servo di Dio, apostolo dei giovani. Sapeva che con gli adulti era complicato farli ragionare e aiutarli ad uscire da una certa mentalità, dalla mafia, mafiosità, complicità e omertà, che regnavano tenebrosamente nella sua parrocchia. Non si muoveva per gli onori della cronaca, e nemmeno per stare sotto i riflettori, si interessava dei ragazzi, “rompeva le scatole”, disse un giorno a scuola. I preti della sua diocesi nemmeno lo conoscevano per il suo modo silenzioso, appartato, ma deciso e convinto.

Quando qualcuno aveva bisogno di qualcosa, si rivolgeva al padrino, parrino in siciliano, ma il prete di Brancaccio insegnò il Padre nostro, anzi, volle un centro per radunare i ragazzi, aiutare i disagiati, un luogo di accoglienza e di formazione, e per raccogliere i soldi per il centro si presentavano difficoltà, non gli facevano credito le banche, il prezzo dell’immobile era aumentato per scoraggiarlo, allora si inventò una riffa, tutto nella legalità, perché è la strada maestra per insegnare la via giusta contro quella terra mezzo in cui convivevano in tanti.

3P, Padre Pino Puglisi, riceveva botte e dispetti per impedirgli di cambiare corso a Brancaccio, perchè doveva rimanere così, in quella cultura del brutto, ma lui non aveva mai osato sfidarli faccia a faccia, perché non riconosceva in loro nessun potere, non legittimava la prepotenza e l’arroganza dei mafiosi. Aveva tanti difetti, era fuori del sistema, non era molto conosciuto, solo la sua morte tragica accese dei fari su Brancaccio, sparato alla nuca, alla quale regalò il suo sorriso al suo carnefice. Si iniziò a parlare di quel quartiere che era la terra di nessuno. Non c’era la scuola, le fogne a cielo aperto, lo spaccio di droga, mancavano servizi essenziali, e 3P si batteva per la dignità dei suoi parrocchiani. 

Quando uccisero Falcone e Borsellino, volle che i suoi ragazzi partecipassero alla manifestazione contro la mafia, era un abusivo, si comportava diversamente degli altri preti, tutti regolari, precisi nella liturgia, ossequiosi ai politici, riverenti ai capi mafiosi, che nelle omelie non parlavano mai di mafia.

Che cosa significava quel sorriso al suo carnefice? Non voleva prenderlo in giro, forse intendeva interrogarlo, così come aveva fatto con i suoi parrocchiani, che andavano a riportare le sue parole pronunciate nelle catechesi e nelle omelie ai mafiosi. Dopo la sua morte hanno avviato il processo di canonizzazione, beatificato con tanto di santini da baciare, ma il suo stile di abusivo è studiato nelle scuole di teologia? Il suo stile abusivo è imitato dai vescovi e dai preti?

Il suo stile era povero, dimesso ma dignitoso, doveva dare un esempio ai suoi parrocchiani, se non partiva prima da lui, al contrario dell’ostentazione dei mafiosi e dei politici, dei corrotti e dei colletti bianchi, che lui non andava mai a braccetto loro. Un beato abusivo, guardava il mondo dalla periferia di Brancaccio, periferia esistenziale e geografica. Ci riempiamo la bocca della parola periferie e poi evitiamo di entrarci dentro, di guardarle, di sporcarci le mani. 

3P figlio di una famiglia umile, nato a Brancaccio il 15 settembre 1937, ucciso il 15 settembre 1993, beatificato il 25 maggio 2013, la memoria liturgica ricorre il 21 ottobre, perché è il giorno del suo battesimo, una ricorrenza che ci ricorda a noi battezzati che dal giorno in cui siamo rinati in Cristo, morti, sepolti e risorti con lui, la nostra vita è già in Cielo.

Lascia una risposta

INVIAMI UN MESSAGGIO, TI RISPONDERÒ QUANTO PRIMA.

[contact-form-7 404 "Non trovato"]
Back to top