A rivedere le stelle. La Divina Commedia un viaggio dentro il proprio cuore

A rivedere le stelle. La Divina Commedia un viaggio dentro il proprio cuore

A rivedere le stelle. La Divina Commedia un viaggio dentro il proprio cuore 966 774 Vincenzo Leonardo Manuli

“Arriva fino in fondo, nel punto più basso del mondo e del suo viaggio”, turista curioso, incontra il re di questo mondo nel punto più profondo, Lucifero, dopo aver visto tormenti, dopo aver udito grida, aver parlato con anime che soffrono per la punizione dei loro peccati. Dante coinvolge il lettore, perché è un viaggio morale, all’interno di noi, anche un viaggio fisico, egli vuole dirci che l’inferno è dentro di noi, e si può andare fuori, nello sforzo di un cammino di conversione e di rinascita, per riveder le stelle, un Itinerarium mentis in Deum, un’opera che il francescano Bonaventura scrisse per parlare del cammino dell’uomo verso Dio, uno slancio verso l’alto, le stelle, il vero destino dell’uomo. Il poeta che inventò l’Italia, è raccontato straordinariamente da Aldo Cazzullo, «A riveder le stelle» (Milano 2020, pagg. 278), interpretando l’opera nel rispetto della storia di quel passaggio epocale, e attualizzandola. Non è facile, e Cazzullo ha voluto proseguire anche con un testo successivo in cui parla del Purgatorio «Il posto degli uomini» (Milano 2021, pagg. 278).

Un sogno, una visione, un’opera letteraria di grande genialità definita come il più bel libro scritto dagli uominila Divina Commedia (J. L. Borges), perché la Divina Commedia può essere letta come un viaggio in Italia. Un viaggio (secondo gli studiosi durante la settimana santa del 1300) per l’aldilà in cui Dante è accompagnato sotto la guida esperta di un maestro di nome Virgilio che gli spiega ogni cosa e lo consiglia. Assieme al poeta dell’Eneide, inizia il cammin di nostra vita, un viaggio che parte dall’Inferno, crea il suo universo poetico, dovrà attraversare tanto dolore, incontrerà diversi personaggi del suo tempo, contemporanei, peccatori, omicidi, una schiera di anime, di ombre sofferenti, anime nude che piangono miseramente, usuraiindovini, sodomiti, nel regno dei morti, nel fuoco eterno, uomini senza infamia e senza lodeVirgilio più volte lo dovrà ammonire, a non ragionar di lor, ma guarda e passa, lo scuoterà, e in alcuni momenti ci saranno anche delle incomprensioni, e gli raccomanderà di trattare i dannati con gentilezza.

Virgilio riflette i sentimenti di Dante come uno specchio, e il poeta fiorentino lascerà il lettore fino alla fine con l’animo teso, ciò spiega la genialità e la finezza letteraria, dove in questo viaggio incontrerà se stesso, nel luogo in cui Dio non è mai nominato. Dante si rifletterà in qualche ombra incontrata, si sentirà un po’ Ulisse, preso dalla sete di infinito e di conoscenza, Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.Scultore, artista, pensatore, teologo, alzerà il livello del racconto, senza allentare mai la tensione, farà rivivere grandi anime, eroi della classicità, parlerà di miti, di bibbia, di moralità, di storia, di diavoli e di demoni, in un ritmo incalzante. Vizipassionipiaceriinvidie, storie del suo tempo, rivalitàlotte politicheguerre, innamorati travolti dalla passione, ostacolato dalle tre fiere, la lonza, la lupa e il leone (superbia, invidia e avarizia), metterà nell’inferno anche papi, Maometto, in versi in cui il poeta condensa il dramma della sua vita e della sua città, l’esilio e la sofferenza nella speranza di poter riprendere le sue radici. Con un linguaggio crudo, feroce, pieno di suoni duri, con espedienti letterari, si mostra la forza del suo ingegno che aiuta a far capire la meschinità dell’Italia di oggi, la corruzione e il familismo. Dante Virgilio viaggeranno attraverso cerchi, bolgie, zone, in varchi drammatici, un viaggio non per suo merito ma per grazia di Dio. Parla dell’amore che move il sole e le altre stelle che sarà detto nel Paradiso accompagnato da Beatrice. Dante condanna i traditori, personaggi sedotti dal denaro, nel quale il poeta mostra tutta la sua tensione etica, in una tecnica in cui ipnotizza il lettore nella sua dolcezza intellettuale. 

Anche io in questa lettura, come se fosse una cartina di tornasole, ho visto che si è abitati dal bene e dal male, l’inferno è questa vita, è dentro il cuore, sovente si è anche circondati da tanta bassezza morale, si rifiuta la nobiltà dell’amore e si preferisce il male, l’ipocrisia, lo diceva lo stesso apostolo Paolo “il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio” (Cf. Rm 7,14-25), e citando il francescano Padre Massimilano Maria Kolbe, rivolto al suo carnefice che gli iniettava un veleno per ucciderlo rispose: “Lei non ha capito nulla della vita. L’odio non serve a niente. Solo l’amore crea”.

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